Voglio segnalarvi due commenti che inquadrano le gravi dichiarazioni berlusconiane di ieri.
Il primo, di Battista, esce stamattina sul Corriere:
“Nel ’38, quando Mussolini e il regime fascista vararono l’orrore delle leggi razziali, non c’era nessuna alleanza bellica con la Germania di Hitler. Non ci fu imposizione «tedesca», costrizione, patteggiamento, ricatto: il regime fascista accettò l’abiezione di quelle leggi persecutorie in uno stato di pur demenziale autonomia, non gliela ordinò proprio nessuno. Cominciò a discriminare gli ebrei per proprio conto, con vocazione imitativa nei confronti della Germania hitleriana: ma non ci fu nessuna costrizione, come con non sorvegliata velleità politico-storiografica ha invece detto Berlusconi”
Il secondo, del giornalista francese Eric Jozef, corrispondente per l’Italia di Liberation, esce un paio d’ore fa con Internazionale web:
“Nella maggior parte dei paesi europei, l’elogio di un dittatore porterebbe immediatamente all’esclusione dalla competizione politica. Soprattutto se chi lo fa è un ex capo di governo. Invece Silvio Berlusconi può permettersi di evocare il duce senza suscitare un rigetto automatico. E può farlo per vari motivi.
Il primo è che in Italia non è mai stata fatta una vera analisi su cos’è stato il fascismo, sopratutto al sud, e sull’orrore della Repubblica di Salò. Nell’immaginario collettivo c’è ancora l’idea che, come dice Berlusconi, a parte le leggi razziali, il fascismo ha realizzato delle opere positive.
[…] Ma il malessere è più diffuso e profondo, soprattutto in questo periodo di crisi economica e sociale. Numerosi cittadini chiedono una svolta drastica, se non autoritaria. E al di là di ciò che pensa realmente del fascismo, Silvio Berlusconi vuole rispondere in qualche maniera a questa richiesta popolare. È una sfida che non riguarda solo i democratici italiani. Investe tutta l’Europa.”