Capitalismo di guerra. Perché viviamo già dentro un conflitto globale permanente (e come uscirne)
28/03/2025 di Alberto Saravalle e Carlo Stagnaro.

La guerra è entrata nella nostra vita, sebbene i media parlino ancora solo di lontane minacce e di rischi potenziali. Questo libro mostra come un conflitto, di tutti contro tutti, sia in realtà già da tempo in corso. E sia molto più vicino a noi di quanto si creda. Un contratto di acquisizione concluso nel 2024 tra due delle principali società italiane contiene una clausola che consente il recesso qualora dovesse scoppiare un conflitto che coinvolga l’Italia. Non era mai successo prima. Fino a poco tempo fa, nell’Unione europea clausole simili sarebbero state impensabili. Non è che l’ultimo passo di un fenomeno che viene da lontano. Numerose battaglie economiche, non solo tra competitor strategici come Usa e Cina, ma anche tra storici alleati come Stati Uniti, Canada e Unione europea, potrebbero rapidamente degenerare. Non accadeva dalla fine della Seconda guerra mondiale.

La situazione si è rapidamente deteriorata in quest’ultimo periodo, ma non si creda che sia solo il risultato delle politiche attuate negli ultimi mesi. In realtà già da parecchi anni si sono moltiplicati gli attacchi alla globalizzazione e sono proliferate misure unilaterali sempre più bellicose che hanno esacerbato la conflittualità.

Per aiutare a orientarci in questo scenario così profondamente mutato, abbiamo fornito una ricostruzione puntuale del contesto internazionale nel quale ci troviamo, soffermandoci con ampiezza di dettagli sui diversi ampi di battaglia nei quali si combattono queste acrimoniose guerre economiche: il commercio internazionale, i semiconduttori, le risorse energetiche, la transizione ecologica, le materie prime critiche, i mercati digitali e l’intelligenza artificiale.

Siamo tutti troppo convolti nella conflittualità quotidiana per vedere il quadro generale. Se solo un attimo ci soffermassimo a riflettere, ci renderemmo conto che siamo a bordo di un’auto che sta dirigendosi, ad alta velocità, verso un muro su cui rischia di schiantarsi. Ma il peggio è che anche tra chi ne è consapevole prevale ormai una sorta di rassegnazione, un’accettazione dell’inevitabilità di queste politiche.

È importante anzitutto comprendere la reale portata di questo fenomeno globale. È un primo passo necessario, per non farsi travolgere dalla retorica sovranista che ormai impera e controlla il dibattito pubblico, ma non sufficiente. Occorre anche sottrarsi alla retorica del tit for tat e limitare i danni, cercando di mantenere aperti i canali del commercio internazionale, in attesa di tempi migliori.

Prossimi appuntamenti

Giovedì 3 aprile sarò ospite di Quante Storie, il programma televisivo di approfondimento di libri, film e mostre, condotto da Giorgio Zanchini. Carlo Stagnaro ed io parleremo di Capitalismo di guerra, in uscita il 1° aprile. Vi aspetto per la diretta alle 12:45 su Rai 3.

I miei canali social