Sono anni che se ne parla, ma spesso con argomentazioni superficiali e apodittiche, un po’ da bar o forse, dovremmo dire, da rissa televisiva con posizioni apodittiche e senza approfondimento. E’ ovviamente una cosa serissima che viene sempre più spesso evocata dopo l’avvento del governo giallo-verde, anche se questo nega sia nei propri piani (con ciò rinnegando, almeno a parole, il fantomatico Piano B di cui si era occupato il ministro Savona).
Un libro, a più voci, curato da Carlo Stagnaro e appena pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni, si propone di valutarne gli effetti, spiegando in modo chiaro e facilmente comprensibile in nove capitoli cosa accadrebbe per l’Italia: gli alti costi e i benefici trascurabili, perché farebbe male soprattutto ai poveri, perché sarebbe un disastro per la finanza pubblica, perché crollerebbero gli investimenti, lo scenario catastrofico per il lavoro e il risparmio e soprattutto perché il nostro sistema produttivo ha solo da perderci.
Ho partecipato al volume con un breve saggio che spiega perché l’Italexit è giuridicamente (quasi) impossibile alla luce dei Trattati istitutivi dell’UE (che nulla dicono al riguardo) e del diritto internazionale. In brevissima sintesi, sarebbe possibile il recesso dall’UE e dall’eurozona, ai sensi del famoso art. 50, ma come si vede da quanto sta accadendo con la Brexit, sarebbe estremamente improbabile per le complessità e lungaggini chiaramente incompatibili con una situazione di crisi finanziaria. Il recesso consensuale dalla sola eurozona sarebbe astrattamente possibile, ma presupponendo l’unanimità è di difficile realizzazione (senza dire dei tempi richiesti e dei possibili referendum per la modifica dei trattati che potrebbero bloccare le decisioni al riguardo). Assolutamente illegittima è l’ipotesi di un recesso unilaterale, che esporrebbe lo Stato a pesanti sanzioni pecuniarie e finirebbe per ingenerare un acrimonioso contenzioso nelle corti di tutto il mondo. Assolutamente inammissibile è infine qualsiasi ipotesi di espulsione.
Un libro che tutti dovrebbero leggere – a prescindere dalle proprie legittime convinzioni sul funzionamento dell’Unione europea, sulle politiche di austerity fatte proprie dalle istituzioni europee negli anni della crisi e sulle regole di governance dell’eurozona – per capire effettivamente le possibili conseguenze economiche e sociali di una possibile fuoriuscita dall’eurozona. L’Europa si può riformare, ma l’euro è per noi – come bene dice Stagnaro – “un’ancora di sicurezza per il nostro paese”.